Autorità Portuale
La trasparenza e la prevenzione della corruzione

Con l'approvazione della legge n. 190 del 2012 (c.d. “legge Severino”), in attuazione delle Convenzioni internazionali contro la corruzione, l'ordinamento italiano si è orientato verso un sistema di prevenzione che si basa, a livello centrale, sul Piano nazionale anticorruzione (PNA) adottato dall'ANAC e, a livello di ciascuna amministrazione, sui Piani triennali di prevenzione della corruzione e trasparenza (PTPCT). Il Piano nazionale contiene gli obiettivi strategici governativi per lo sviluppo della strategia di prevenzione a livello centrale e fornisce indirizzi e supporto alle amministrazioni pubbliche per l'attuazione della prevenzione della corruzione e per la stesura dei PTPCT.

I Piani delle singole amministrazioni devono individuare le attività a maggior rischio corruttivo e gli interventi di formazione e controllo utili a prevenire tale fenomeno.

Oltre a ciò, i PTPCT, a seguito delle modifiche introdotte con il D.lgs. n. 97/2016, contengono la definizione delle misure per l'attuazione effettiva degli obblighi di trasparenza, ossia le soluzioni organizzative idonee ad assicurare l'adempimento degli obblighi di pubblicazione di dati e informazioni previsti dalla normativa vigente in capo alle pubbliche amministrazioni (D.lgs. n. 33/2013).

Nell'ottica della semplificazione amministrativa funzionale all'attuazione del PNRR, con il D.L. n. 80/2021 è stato introdotto il nuovo Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO), allo scopo di accorpare, in un unico Piano, diversi strumenti di programmazione, inclusi i Piani triennali di prevenzione della corruzione e trasparenza (PTPCT) che ora sono confluiti nella sottosezione “Rischi corruttivi e trasparenza” dei singoli PIAO.

A seguito dell’unificazione dei porti di Genova e Savona, l’AdSP MALO, in ottemperanza alla normativa vigente (art. 1 comma 7 Legge 190/2012), ha nominato il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) e si è dotata di un sistema di prevenzione della corruzione che, nel corso del tempo, è stato progressivamente implementato e perfezionato, adattandolo alle modifiche normative e ai mutamenti organizzativi che hanno interessato l’Autorità.

L’AdSP, infatti, in virtù delle attività che svolge e del ruolo che ricopre, ha rafforzato la cultura della legalità e della trasparenza, individuando le aree a maggior rischio di corruzione e favorendo il costante adeguamento e aggiornamento dei presidi posti in essere.

In conformità a quanto sopra, l’AdSP adotta, con cadenza annuale, il PTPCT e ora, a seguito del D.L. 80/2021, il PIAO con la relativa sottosezione “Rischi corruttivi e trasparenza”, il cui contenuto è definito dal RPCT sulla base degli obiettivi strategici individuati dall’organo di indirizzo.

Si tratta di uno strumento di diffusione e affermazione della cultura delle regole e di prevenzione dei fenomeni corruttivi, nonché di un documento programmatico necessario al fine di individuare l'esposizione al rischio di corruzione e gli interventi, anche organizzativi, necessari per prevenire tale rischio.

Per maggiori informazioni

Ulteriori strumenti di prevenzione della corruzione che l’AdSP ha adottato sono rappresentati da:

  • disciplina delle situazioni di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi dirigenziali, contenuta nel D.lgs. n. 39 del 2013;
  • obbligo generale di astensione contenuto nell'art. 6-bis della legge sul procedimento amministrativo (L. n. 241 del 1990), introdotto dalla citata legge n. 190/2012, in base al quale il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale;
  • divieto, inserito dalla legge n. 190/2012, per tutti i dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni, di poter svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri (c.d. pantouflage, di cui all'art. 53, co. 16-ter, del D.lgs. 165/2001);
  • definizione del codice di comportamento per i dipendenti al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico (art. 54, D.lgs. n. 165/2001, come riscritto dalla legge n. 190/2012);
  • misure previste a tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti, di cui è venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro (c.d. whistleblowing);
  • formazione obbligatoria in materia di anticorruzione e trasparenza;
  • gestione del diritto di accesso civico semplice e generalizzato;
  • puntuale aggiornamento della sezione “Amministrazione Trasparente” mediante la pubblicazione dei dati, documenti e informazioni soggetti a pubblicazione obbligatoria conformemente a quanto previsto dal D.lgs. 33/2013 ss.mm.ii.

Per una conoscenza più approfondita di tutte le attività svolte, si invita a consultare la sezione Amministrazione Trasparente dell’Ente.

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