La Sala delle Compere
Al primo sguardo

Dalla sommità dello scalone d’onore, progettato dall’architetto Marco Aurelio Crotta, si entra nella Sala delle Compere, anche detta Sala delle Congreghe, uno spazio grandioso la cui costruzione fu commissionata dal Banco di San Giorgio nel XV secolo per ospitare il Gran Consiglio, composto da circa quattrocento membri.

Ai tempi del Banco, lungo il perimetro della Sala erano allineati gli scranni dell’ufficio del tesoriere generale e dei notai incaricati di redigere i documenti e di custodirli. Le pareti sono oggi ancora divise in due livelli di nicchie sovrapposte, separate da una cornice bianca che si interrompe solo in corrispondenza dell’edicola centrale che racchiude la statua di Battista Grimaldi. Le statue in marmo raffigurano i protettori del Banco di San Giorgio.

La Sala ospita – tra l’altro – la tela di Domenico Piola che raffigura San Giorgio in adorazione della Madonna Regina di Genova, due dipinti del Quattrocento e due famose lapidi, la prima che riproduce la lettera scritta da Cristoforo Colombo ai signori dell’Ufficio di San Giorgio, la seconda dedicata alla prima giornata della Conferenza Internazionale del 1922 che si tenne nel palazzo.

Alla scoperta della Sala delle Compere
Le statue

Il Banco di San Giorgio rendeva onore ai suoi benefattori commissionando ai più noti scultori dell’epoca lapidi o effigi a mezzo busto o a figura intera (in piedi o seduta) a seconda dell’entità del lascito che veniva elargito a beneficio del Banco.

Molte delle statue, che sono posizionate su due file di nicchie e su tre lati della sala, appaiono oggi mutilate e danneggiate.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Palazzo San Giorgio e in special modo la Sala delle Compere vennero quasi completamente distrutti dai bombardamenti che nel 1942 colpirono Genova e il suo porto.

Sala delle Compere

Di seguito l’elenco dei benefattori del Banco rappresentati nelle statue e gli autori delle stesse.

Statua di G.B. Grimaldi scolpita da G.B. Perolli da Crema nel 1565
Statua di Ansaldo Grimaldo scolpita da G.B. della Porta nel 1536
Statua di Pietro Gentile scolpita da Giovanni Carlone nel 1539
Statua di Giulio Da Passano scolpita da Giacomo Parraca da Valsoldo nel 1583
Statua di Manfredo Centurione scolpita da Taddeo Carlone nel 1602
Statua di Andrea De Fornari scolpita da Tommaso Orsolino nel 1663
Statua di Angelo Chioccia scolpita da Tommaso Orsolino nel 1671
Statua di Francesco Oncia scolpita da Giuseppe Orsolino nel 1582

Statue di anonimi o di artisti secondari

Leonardo Spinola (1524)
Filippo da Passano (1553)
Paolo D’Oria Ceva (1568)
Brancaleone D’Oria (1574)
Raffaele Salvago (1581)
Giuliano di Negro (1624)
Antonio Giustiniani (1644)
Giovanni Battista Lomellino (1663)
Paolo Invrea (1664)
Lazzaro D’Oria (1603)
Baldassarre Lomellini (1663)
Giovanni Durazzo (1634)
Antonio Da Passano (1583)

Manica Corta

In passato costituiva il vestibolo della Sala delle Compere o delle Congreghe, nonostante prima dell’ampliamento cinquecentesco facesse già parte del Palazzo del Boccanegra. La sala è decorata con quattro statue di marmo scolpite da Gian Giacomo della Porta e da Bernardino di Novo.

Statua di Gerolamo Gentile scolpita da Gian Giacomo della Porta nel 1538
Statua di Gioacchino Da Passano scolpita da Gian Giacomo della Porta nel 1545
Statua di Giano Grillo Gian Giacomo della Porta nel 1553
Statua di Giovanni Battista Lercari scolpita da Bernardino di Novo nel 1558
Al centro sul lato destro spicca il grandioso portale di pietra nera con bassorilievo in marmo del San Giorgio emblema del Banco del XVI secolo.

Gli scultori più famosi

Taddeo Carlone (Carloni)

Taddeo Carlone (Carloni) – Figlio di Giovanni, nacque a Rovio (Mendrisio) presso il lago di Lugano nel 1543, seguì il padre, scultore, e il fratello Giuseppe a Genova dopo la metà del secolo. Nel 1574 costruì con Bernardino da Nove e Gian Giacomo Valsoldo il monumento funerario di Ceba Doria in S. Maria della Cella a Sampierdarena, e nel 1576 (sempre nella stessa chiesa) quello di Gian Battista Doria. Nel 1575, lavora alla decorazione della facciata – i mascheroni e il portale – del palazzo di Nicolò Grimaldi, poi Doria Tursi (Genova, via Garibaldi) e alla villa di Fassolo, per conto di Giovanni Andrea Doria, per il quale egli continuerà a lavorare anche negli anni seguenti. Nel 1578 l’artista ricevette dai Padri del Comune l’incarico per la fontana di piazza Soziglia; durante il periodo della pestilenza del 1578-79, si ritirò nel convento di S. Francesco a Castelletto (distrutto nel 1798), dove progettò e realizzò sei cappelle della navata sinistra della chiesa.

Giovanni Giacomo Della Pòrta

Giovanni Giacomo Della PòrtaScultore e architetto (Porlezza 1485 circa – Genova 1555). Dal 1513 attivo a Genova, lavorò quindi a Cremona (sarcofago dei ss. Pietro e Marcellino in S. Tommaso) e dal 1524 al 1528 fu architetto del duomo di Milano. Di nuovo a Genova (1531), con vari aiuti eseguì una serie di opere (ciborio e altare della cappella di S. Giovanni Battista nel Duomo, due statue per il palazzo S. Giorgio, ecc.).

Bernardino di Novo

Bernardino di Novo, figlio di Matteo, è attivo a Genova nel pieno del secolo XVI, sovente in collaborazione con Taddeo Carlone e Gio. Giacomo Paracca da Valsoldo.

In società con Giovanni Carlone, esegue la statua di Cattaneo Pinelli, posizionata nell’atrio di Palazzo Tursi.

Alla scoperta della Sala delle Compere
Le lapidi

Si tratta di una lettera di Cristoforo Colombo indirizzata al Banco di San Giorgio con l’offerta delle decime a quell’Istituto (1502).

Lapide Conferenza Internazionale 1922

La lapide ricorda la presenza a Palazzo San Giorgio della Conferenza Internazionale del 1922. Tenutasi a Genova, Vi presero parte i principali esponenti dei governi europei, inclusi quelli dei paesi usciti sconfitti dalla Prima Guerra Mondiale. Tra le figure più importanti presenti alla Conferenza il primo ministro inglese Lloyd George ed i ministri degli esteri di Repubblica di Weimar e Unione Sovietica, Rathenau e Cicerin.

Alla scoperta della Sala delle Compere
I dipinti

Madonna Regina di Genova con il Bambino e San Giorgio – Domenico Piola 1671

Nel 1637 la Repubblica di Genova celebrava l’incoronazione della Vergine Regina di Genova. Si trattava di un espediente che consentiva alla Repubblica di Genova di avere la precedenza sulle Monarchie durante le processioni e le sfilate delle cerimonie di Stato.

A partire da quella data, la Regina venne rappresentata con Corona, Scettro e Chiavi della città e divenne l’effige delle monete della Repubblica. Il Doge continuò ad essere capo della Repubblica e venne anch’egli raffigurato con gli stessi simboli della Madonna Regina di Genova e con la mantella d’ermellino.

Domenico Piola (Genova, 1627 – Genova, 8 aprile 1703) è stato un pittore italiano, tra i principali esponenti del barocco genovese.Figlio del mercante tessile Paolo Battista, Domenico era fratello dei pittori Pellegro (1617 – 1640) e Giovanni Andrea. Suoi zii paterni erano Giovanni Gregorio e Pier Francesco, anch’essi pittori. Inizialmente fu apprendista nella bottega del fratello Pellegro, e alla morte di quest’ultimo si trasferì nella bottega di Giovanni Domenico Cappellino.

Lo stemma di Genova e i simboli della Giustizia e della Fortezza (olio su tela m.3,20 x 3,50) – Anonimo della fine del secolo XV.

Composizione pittorica quattrocentesca che raffigura l’Angelo della Pace che sorregge lo stemma di Genova, fiancheggiato dalle figurazioni della Fortezza e della Giustizia.

Lo stemma di Genova – È la bandiera di San Giorgio, croce rossa su campo bianco, simbolo della Repubblica di Genova, il cui uso è attestato – almeno – dal 1113. Nel Medioevo, la bandiera simbolo del Santo che sconfisse il drago, accompagnava e proteggeva i soldati impegnati nelle Crociate. I genovesi, che si muovevano sotto il vessillo del Santo, seppero distinguersi in guerra a tal punto che ai mussulmani bastava intravedere al largo la bandiera con la croce, per tenersi alla larga dai loro vascelli. Caratteristica che avrebbe spinto una potenza dell’Europa medioevale come l’Inghilterra a chiedere “in prestito” il vessillo di San Giorgio a Genova, per poter issare la bandiera sulle sue navi. La bandiera di San Giorgio dal 1190 sarebbe passata così a proteggere anche le flotte inglesi in movimento nell’area del Mediterreaneo.

Il San Giorgio dei Genovesi e l’emblema del Banco (olio su tela m. 3,20 x 2,20) – Francesco de Ferrari (detto anche Francesco De Pavia) 1491

Composizione pittorica quattrocentesca che rappresenta l’emblema del Banco con il San Giorgio combattente.

DE FERRARI, Francesco (detto anche Francesco da Pavia). – Figlio di Bartolomeo, nacque presumibilmente a Pavia intorno al 1454 (Alizeri, 1873, II, p. 86) ed esercitò l’arte della pittura a Genova, dove giunse giovanissimo e ottenne la cittadinanza nel 1479.
Sue notizie sono sovente riportate dalle fonti genovesi (quasi tutte pubblicate dall’Alizeri) per un arco di tempo che va dal 1476 fino al 1495.

Tutte le sale e gli spazi:

Per approfondire:

Contatti:

Ufficio Relazioni con il Pubblico – URP
Palazzo San Giorgio
Via della Mercanzia, 2
16124 Genova

Tel. +39 010 2411
+39 010 241 2330
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