Le demolizioni, avviate nel mese di novembre dello scorso anno e concluse nei giorni scorsi, hanno permesso di svelare il volto originario dell’iconico edificio, simbolo di operosità e ingegno. È il primo passo del percorso di valorizzazione e rifunzionalizzazione del complesso architettonico, inserito nel più ampio contesto di riqualificazione della “vecchia” darsena, quel tratto fronte mare che allarga le braccia congiungendo il polo crocieristico di Stazione Marittima con il Porto Antico, a levante, e il futuro parco della Lanterna a ponente.
I lavori conclusi hanno riguardato lo smantellamento delle superfetazioni, quelle strutture aggiunte alla facciata a mare dopo il 1945 per scopi funzionali, ma che dal punto di vista della conservazione e valorizzazione del bene ne diminuiscono la coerenza e leggibilità stilistica. Le demolizioni sono risultate particolarmente complesse a causa della loro posizione a strapiombo sul mare che ha richiesto l'utilizzo di misure e attrezzature specifiche per la movimentazione dei detriti, soprattutto per prevenirne la dispersione in mare. A questo scopo sono state adottate specifiche precauzioni e l'allestimento di una piattaforma galleggiante che ha consentito di contenere le macerie impedendo la contaminazione dell’ambiente marino.
Nel corso delle operazioni di demolizione sono stati prodotti circa 3.000 metri cubi di detriti e 150 tonnellate di materiale ferroso trattati con appositi procedimenti per massimizzarne il recupero e il riutilizzo. Per quanto riguarda i detriti, è stato impiegato un frantoio mobile direttamente in cantiere che li ha trasformati in aggregati riutilizzabili per opere di riempimento nell’ambito degli interventi in corso nel bacino portuale, tra i quali la realizzazione del nuovo sistema viario di accesso ai terminal del porto di Genova. Analogamente, anche la componente ferrosa è stata destinata al riutilizzo, contribuendo ulteriormente alla riduzione dell'impatto ambientale del cantiere. Grazie a queste procedure di gestione dei materiali, le operazioni di demolizione non hanno generato rifiuti da smaltire, ma risorse di recupero in linea con i principi dell'economia circolare e della sostenibilità ambientale.
Questo approccio attento all’ambiente e all’innovazione conferma la volontà di restituire alla città un edificio iconico, trasformando l’Hennebique in un luogo aperto, vivibile e connesso con il tessuto urbano e marittimo.
La prossima serie di demolizioni che riguarderà il lato nord dell’edificio inizierà nei prossimi mesi, mentre vanno avanti le ultime operazioni di bonifica riguardanti la copertura dell'edificio.