Nell’area della cantieristica navale del Porto di Genova Levante si è concluso positivamente l’intervento di demolizione e smaltimento delle barche-porta, ormai in disuso, che servivano a serrare l’imboccatura dei bacini di carenaggio 1, 3 e 4 consentendone lo svuotamento.
La complessa operazione, pianificata in stretta collaborazione con l’Autorità Marittima e i Servizi Tecnico Nautici, è iniziata con il recupero delle tre strutture sommerse che sono state messe in sicurezza, neutralizzando gli eventuali rischi ambientali, e portate in galleggiamento. Una volta affiorate sono state trasferite all’interno di uno dei cinque bacini di carenaggio, gestiti da Ente Bacini, dove sono state demolite attraverso un processo sicuro e rispettoso dell’ambiente che ha permesso di recuperare 1.475 tonnellate di ferro e acciaio, e 970 tonnellate di cemento, materiali che potranno essere riutilizzati per altre attività in applicazione del virtuoso modello di economia circolare.
Uno specchio acqueo più sicuro per la navigazione, la tutela dell’ambiente marino e il recupero di 150 metri di banchina resi disponibili per nuove attività sono gli obiettivi raggiunti grazie a questo intervento che, efficientemente concluso in 45 giorni di lavoro come previsto dal cronoprogramma, attesta le competenze tecniche di un comparto che primeggia nei molteplici rami dell’industria navale.
Contesto di vitale importanza per lo sviluppo economico e occupazionale del capoluogo ligure, l’area delle riparazioni navali del Porto di Genova è interessata da una serie di interventi infrastrutturali che attraverso la riprogettazione degli spazi a disposizione e la realizzazione di nuove strutture miglioreranno sia l’operatività che la sostenibilità delle attività cantieristiche consolidando la competitività di un settore che già si attesta tra i più performanti e distintivi della vocazione multi servizio del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale.