Sviluppo occupazionale, lavoro di qualità e in sicurezza, innovazione tecnologica. L'occupazione come motore di sviluppo delle attività portuali è al centro dell’evento “Porti: la forza del lavoro”, alla Sala Chiamata San Giorgio, nella sede della CULMV Paride Batini a Genova.
Oggi i Ports of Genoa sono il volano di uno sviluppo economico che impiega 33 mila lavoratori diretti, per arrivare a oltre 125 mila occupati se si considera anche l'indotto complessivo generato dalle molteplici attività portuali. Il Sistema del Mar Ligure Occidentale rappresenta la prima realtà a livello nazionale in termini di consistenza degli addetti delle imprese autorizzate alla fornitura di lavoro temporaneo in ambito portuale, con oltre 1.200 unità tra soci e dipendenti su un totale di circa 2.500 lavoratori a livello nazionale.
L’offerta di lavoro legato alle operazioni e servizi portuali è particolarmente articolata e vede un'occupazione che supera le 4.500 unità nell'ultimo anno.
Nel suo saluto introduttivo, il commissario straordinario AdSP Paolo Piacenza ha ricordato come i lavoratori portuali siano stati capaci di affrontare momenti critici come il crollo del ponte Morandi, il covid e ora conflitti globali che destabilizzano le catene logistiche, sempre garantendo competenza, flessibilità e responsabilità. Non è immaginabile uno sviluppo dei porti di Genova e Savona Vado che non vada di pari passo con la crescita dei livelli occupazionali, non solo in termini numerici, ma anche di qualità, sicurezza e formazione, indispensabile per sfruttare l’evoluzione tecnologica a vantaggio dei lavoratori.
Il commissario straordinario Piacenza ha rimarcato come l’evoluzione dell’occupazione sia tra gli obiettivi perseguiti dall’AdSP in ogni strumento strategico di pianificazione, compreso il Piano Regolatore Portuale in corso di redazione.