Vengono quindi controllate le emissioni prodotte dal “sistema portuale”, tra cui i terminal per passeggeri e merci, i terminal intermodali strada/rotaia, la mobilità stradale interna al porto, la navigazione di imbarcazioni commerciali e di servizio, nelle fasi di ingresso/uscita dal porto, ormeggio e manovra, tutti gli edifici pubblici e privati presenti nell’ambito portuale.
In questo contesto, la Carbon Footprint costituisce elemento fondante del quadro conoscitivo del sistema portuale, in quanto fornisce la fotografia della situazione esistente, ma è anche lo strumento principale di monitoraggio del conseguimento degli obiettivi strategici dell’Autorità di Sistema Portuale in relazione ai temi energetico-ambientali.
Nel contesto del sistema portuale, la valutazione della Carbon Footprint rappresenta il nucleo informativo essenziale. Non solo offre un quadro attuale della situazione, ma funge anche da principale strumento di monitoraggio per l'Autorità di Sistema Portuale nel raggiungere gli obiettivi strategici relativi all'ambiente e all'energia.
Si stima che un miglioramento dell'efficienza logistica del 10% al 30% nell'Unione Europea potrebbe generare un valore monetario potenziale compreso tra 100 e 300 miliardi di euro. Questo si tradurrebbe in una riduzione delle emissioni di CO2 compresa tra il 15% e il 30%, beneficiando così le industrie europee. La transizione verso un'economia energetica efficiente è suddivisa temporalmente in tre fasi, ognuna con obiettivi a breve, medio e lungo termine.