Il Bollettino del Consorzio Autonomo del Porto di Genova è una raccolta di tutti gli eventi avvenuti nel Porto, dalle banchine a Palazzo San Giorgio.
Nei Bollettini dedicati al periodo compreso fra il 1906 e il 1935 sono conservati i dati dell'emigrazione verso le Americhe.
Negli anni Venti il traffico di passeggeri è nettamente distinto dal traffico di emigranti. Il numero degli emigranti è, infatti, nettamente superiore rispetto alla prima categoria: si pensi che nel solo 1926, a fronte di circa 5000 passeggeri, si contano ben 12 mila emigranti, la maggior parte dei quali, quasi 8000, diretti in Argentina. Oltre all’Argentina, mete preferite degli emigranti partiti da Genova sono il Brasile, con circa 2000 arrivi, gli Stati Uniti, scelti da circa 1600 persone, poi il Centro America e l'Australia.
Nel 1929 si registra un’inversione di tendenza: il numero di passeggeri inizia infatti ad aumentare mentre quello degli emigranti a scendere. Nello stesso anno cambiano anche le preferenze di meta: non più le Americhe, come pochi anni prima, ma l'Australia.
I Bollettini non sono, però, soltanto una fredda raccolta di dati: vi sono custodite magnifiche descrizioni delle navi dell’epoca. Visto il sempre più crescente numero di persone che ha bisogno di spostarsi, le compagnie di navigazione lanciano sul mercato navi via via sempre più grandi, fino ad arrivare ai transatlantici. Grazie ai Bollettini del Consorzio Autonomo del Porto, la bellezza di queste navi, la testimonianza della loro velocità e l’eterogeneità delle destinazioni è giunta fino ai giorni nostri.
In un clima di tale fermento, il Porto di Genova è uno dei porti più importanti a livello mondiale e la sua rilevanza è in continua ascesa: il numero di passeggeri che scelgono Genova come punto di partenza è in forte aumento, e il Porto si trova costretto a ripensare gli spazi a loro dedicati. Fra le altre cose, si è resa necessaria una struttura in grado di gestire il traffico degli arrivi. Nascono così, una dopo l’altra, la Stazione Marittima, fra il 1930 e il 1931, e una sua succursale a Ponte Doria, destinata a ricevere e smistare i passeggeri in arrivo dai nuovissimi transatlantici.
È proprio in questi anni che Navigazione Generale Italiana, una delle tre compagnie di navigazione individuate dal Ministero degli Affari Esteri per costruire transatlantici (le altre due erano Cosulich e Transp. Maritimes), decise di commissionare ad Ansaldo la costruzione del transatlantico Roma che, forte delle sue 33 mila tonnellate di staffa e spazio per 2100 persone, sarebbe dovuto essere emblema del primo gigantismo navale (si pensi che, per dimensioni e imponenza, è stato paragonato persino alla Basilica di San Pietro e al Colosseo).
Bibliografia:
"Emigrazione, speranza di andate e ritorni", 2004 (S.Martini - F.Cecchet)