Per raccontare la storia recente del porto di Genova non si può prescindere dalla cronaca della prima metà del Novecento.
Il momento di maggior sviluppo del porto avvenne tra il 1923 e il 1929: vennero investiti ben 274 milioni di lire con cui si potenziarono e si rinnovarono le strutture esistenti, si costruirono i bacini di carenaggio e, nel 1935, venne aperta la camionale, strada dedicata al trasporto delle merci su gomma.
Esiste però anche una storia fatta non solo di grandi opere, nuove strutture, cambiamenti e sviluppo: è la storia degli anni della Seconda Guerra Mondiale, dal 1940 al 1945. Genova infatti, città portuale e industriale, primo porto italiano, per tutta la durata del conflitto bellico fu uno dei bersagli privilegiati dei bombardamenti degli alleati, via terra e via mare. Nei cinque anni di guerra ci furono ben 86 incursioni aeree sulle città e altrettante via mare. Alla fine della guerra, il bilancio risultò drammatico: la città fu quasi rasa al suolo e il suo porto gravemente danneggiato.
Le costose opere che sono state realizzate nel periodo precedente subirono danni ingenti, alcune andarono interamente distrutte. L’intero bacino portuale fu disseminato di mine e gli ingressi del porto stesso ostruiti dalle tante imbarcazioni affondate, i moli e le dighe gravemente danneggiate.
I bombardamenti via mare più famosi furono due: il primo, il 14 giugno 1940, coincise con la prima azione offensiva degli alleati e fu un bombardamento leggero; il secondo attacco, il 9 febbraio 1941, condotto dalla Royal Navy, provocò danni ben più gravi del primo. Le bombe colpirono il porto e il cuore della città, danneggiando piazze, case ed edifici storici importanti come la Cattedrale di San Lorenzo.
La ricostruzione durò alcuni anni: nei primi anni Cinquanta il porto tornò ad essere completamente operativo e i traffici ripartirono.
Fonte:
AA. VV., "Porto di Genova. Porta del Mediterraneo", Sagep, Genova, 1997
AA. VV., "Genova porto del mondo", ANSA, Roma, 2015