Tasse portuali: sfiorati nel 2018 i 45,35 milioni, in aumento del 2,76% sul 2017. La crescita è stata di 1,53 milioni

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Paolo Emilio Signorini, ha tratteggiato i dati salienti del rendiconto generale 2018 nel corso di una conferenza stampa al termine del comitato di gestione odierno che, tra gli altri atti, ha approvato le linee guida relative alle manifestazioni di interesse per il recupero dell’ex silos granario Hennebique

Nel complesso, a Genova le tasse portuali hanno sfiorato i 45,35 milioni, con un aumento del 2,76% sul 2017 e una crescita di 1,53 milioni.

Numeri ben inferiori rispetto al +9% che si era registrato da gennaio a luglio. Tra gli scali di Genova e Savona-Vado, l’anno si è chiuso con una crescita del solo 1,7%, grazie al traino dei secondi che, tuttavia, sembrano pagare pegno nei primi mesi del 2019. Stabili, invece, le entrate da canoni demaniali, attestati attorno ai 34 milioni.

In questo caso è stata Savona a frenare la crescita, ma per una motivazione prettamente tecnica. Genova, infatti, soprattutto grazie all’aumento degli atti pluriennali, fa segnare un aumento di 3 milioni, pareggiato all’incirca dalla stessa diminuzione degli introiti a Savona-Vado che solo nel 2017 si è uniformata alla prassi che fa pagare i canoni anticipatamente e che, quindi, si è riversata negativamente sul bilancio 2018. Sul fronte della spesa in conto capitale, ovvero sugli investimenti, nel 2018 si è raggiunta la quota di 36 milioni, 16 in più del 2017. “Lo scalino molto più significativo ci sarà quest’anno. Non sono ancora soddisfatto – ha detto Signorini- perché vorrei vedere numeri più sostanziosi”. Sul fronte della spesa corrente, il 2018 ha registrato un risparmio di 5 milioni, per la diminuzione dei contenziosi, ma anche una minor spesa di 1,7 milioni per il personale, che ha registrato 22 cessazioni e 25 nuove assunzioni.

Il Comitato di Gestione dell’AdSP del Mar Ligure Occidentale ha infatti approvato un rinnovo di 25 anni, rispetto ai 30 chiesti da GMT nella sua istanza, a fronte di un piano di investimenti proposto dal terminalista che ammonta a 80 milioni di euro. Il via libera definitivo è arrivato a distanza di quasi due anni dall’istanza di rinnovo, formulata dalla società italo-olandese (è controllata dal gruppo C.Steinweg di Rotterdam) – che sulle banchine genovesi (un’area di 80.600 metri quadri che insiste su Ponte Eritrea e su parte di Calata Mogadiscio) movimenta e stocca metalli non ferrosi, merci varie e carichi eccezionali.

Nella sua ultima riunione, infatti, l’organo di governo del porto ha anche iniziato la valutazione del provvedimento – che proseguirà nel corso delle sedute successive – con cui l’AdSP dovrà distribuire i fondi destinati al ristoro dei terminalisti danneggiati dal crollo del ponte Morandi, a Genova, e della eccezionali mareggiate dello scorso autunno, a Savona.

“La legge 130 del 2018, la cosiddetta legge Genova – ha spiegato Signorini – prevede una serie di rimborsi per diverse categorie economiche che hanno subito danni a causa di questo evento drammatico, e una di queste sono i terminalisti”.

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